Il Lambrusco è un vitigno, a bacca rossa, molto antico, già menzionato da Plinio, da Catone e Varrone. La Vitis Labrusca è selvatica; in un tempo lontano, essa cresceva ai bordi delle campagne.
Il Lambrusco è anche il nome di un vino molto celebre nel mondo che raccoglie con questo termine un gruppo di vitigni differenti tra loro. I principali sono: Salamino, Grasparossa e Sorbara, senza dimenticare Marani, Maestri e Montericco.
Inoltre, dire Lambrusco vuol dire definire, in modo generico, un vino emiliano che si declina in diverse denominazioni che esprimono ciascuna le proprie caratteristiche, dettate dai fattori ambientali e dalla mano dell’uomo. La sua coltivazione e produzione, nelle diverse aree dell’Emilia, lo fa vantare di differenti Doc (o Dop):
- Provincia di Modena
Grasparossa di Castelvetro Dop
Salamino di Santa Croce Doc
Sorbara Dop
Modena Dop
- Provincia di Reggio Emilia
Reggiano Doc
Realtà minori si trovano anche nella provincia di Piacenza e di Parma.
Dunque, un mondo grande quello del Lambrusco che si può degustare nelle versioni: frizzante, spumante e talvolta novello (Reggiano Doc), ma anche rosso e rosato (come il Lambrusco Salamino di Santa Croce Dop che lo si può acquistare rosso spumante, rosso frizzante, rosato spumante e rosato frizzante).
Nell’immaginario collettivo, quando si dice Lambrusco si pensa unicamente alla versione frizzante, ad un vino fresco e leggero. Il Lambrusco, in generale, si presenta poco tannico e con un’acidità spiccata, specie nel Lambrusco di Sorbara e Salamino; le note fruttate sono una sua caratteristica.
Scrivono H. Johnson e J. Robinson sul loro Atlante mondiale dei vini: “C’è qualcosa di suadente in questo vino fruttato e vivace, dalla schiuma rossa”, la sua seduzione sta nella sua anima contadina, nel suo essere un vino popolare, molto conosciuto nel mondo. Proprio questa sua peculiarità è stato promossa, lo scorso 8 maggio, alla Città del Gusto di Roma del Gambero Rosso, con un’iniziativa, voluta dal Consorzio Marchio Storico Lambruschi Modenesi e dal Consorzio Vini Reggiani, chiamata “Lambrusco Pop”che rievoca, appunto, la sua essenza fortemente popolare.
di A.L.