Vivere esperienze uniche e avvicinarsi il più possibile alla cultura di un luogo, portandone a casa il sapore autentico: chi parte per una destinazione esotica vuole sentirsi meno turista e più viaggiatore, e quale modo migliore di conoscere un popolo se non attraverso le sue tradizioni culinarie?
«Gli italiani mettono il cibo tra le gioie della vita e i viaggiatori più attenti hanno sempre avuto una grande curiosità per la cultura gastronomica dei luoghi che visitano» spiega Silvia Romagnoli di CartOrange, il più grande network italiano di consulenti di viaggio che fin dalla sua nascita propone itinerari personalizzati. «Le escursioni non bastano più – continua Silvia Romagnoli –. Da diversi anni abbiniamo ai nostri viaggi una serie di esperienze culinarie selezionate dai nostri esperti in loco, per far vivere ai viaggiatori una vera immersione nella cultura del luogo».
Condividere una cena con la gente del posto è certamente il modo migliore per sentirsi a casa, anche dall’altra parte del mondo. «L’esperienza di un pasto tradizionale in famiglia è fra quelle che esaltano di più i nostri viaggiatori » spiega ancora Silvia Romagnoli .
Altra proposta di successo sono i corsi di cucina, «che diventano un vero e proprio souvenir di viaggio, perché tornati a casa poi si ripropongono agli amici le ricette e i sapori conosciuti all’estero» continua Silvia Romagnoli di CartOrange, che include fra le esperienze la preparazione di un pasto tradizionale in Vietnam, compresa la spesa al mercato accompagnati dagli chef, e un sushi workshop in Giappone per apprendere i segreti dell’arte culinaria nipponica.
«Per vivere esperienze uniche come dei “local”–conclude Silvia Romagnoli – basta avere tanta voglia di scoprire il mondo e farsi consigliare da un consulente esperto che confezionerà un viaggio su misura secondo i propri gusti e interessi».