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Bisol, aumenta vertiginosamente la richiesta di Prosecco

DiRedazione

Dic 17, 2015

Quasi 500 anni di storia e 21 generazioni testimoniano della passione della famiglia BisolBisol per il mondo del vino (i primi documenti che attestano la liaison tra i Bisol e la vigna sono datati 1542). Un percorso che attraversa i secoli e arriva ai giorni nostri, periodo assolutamente positivo per il mondo del Prosecco DOC e Superiore DOCG, denominazioni che rappresentano un asset economico rilevante per il Paese, e delle quali la cantina di Valdobbiadene rappresenta uno dei punti di riferimento. Non a caso nel corso della sua carriera Gianluca Bisol, Presidente della maison e ormai conosciuto ovunque come Mister Prosecco, ha sempre anteposto il messaggio legato al territorio a quello strettamente aziendale. Fino ad arrivare ad affermare, era il “lontano” 2006, che il Prosecco sarebbe diventato entro il 2020 lo spumante più venduto al mondo. Una dichiarazione che all’epoca destò stupore e qualche perplessità presso media e addetti ai lavori.

“In realtà ero stato sin troppo cauto – commenta Gianluca Bisol – dal momento che a questo risultato siamo arrivati con anni di anticipo rispetto alla mia previsione. E ora, sulla base delle mie esperienze e della conoscenza dei mercati internazionali, solo quest’anno ho visitato oltre 20 Paesi, alzo la posta e dico che entro i prossimi 15 anni la domanda di Prosecco nel mondo sarà di circa un miliardo di bottiglie e quindi dovremo decidere se e come attivarci per poter soddisfare la richiesta”.

Pioniere come è sempre stato, Bisol pone già le basi per l’eventuale raggiungimento di questo ambizioso traguardo.

“Attualmente sono circa 28mila gli ettari destinati alla produzione di Prosecco – spiega – ma se dovessimo decidere di accontentare le richieste del mercato nel prossimo futuro dovremmo raggiungere i 60mila ettari. Sempre senza abbassare lo standard qualitativo, anzi con una continua crescita dello stesso soprattutto sul territorio più vocato, vale a dire le alte colline di Valdobbiadene. Un modello in tal senso è quello costituito dal Bordeaux, con circa 60mila ettari e una stratificazione nella proposta che riesce a coprire tutte le esigenze delle diverse tipologie di consumatore”.

E, a proposito di qualità, è di questi giorni la notizia che la prestigiosa rivista americana Wine Enthusiast ha attribuito il punteggio di 94/100 al Private Cartizze Bisol, ponendolo ai vertici della produzione spumantistica internazionale. Un vero e proprio endorsement che esalta la vocazione della famiglia Bisol all’altissima qualità in tutti i settori come sottolineato dalla conferma della stella Michelin per il ristorante di Venissa, la splendida Tenuta gestita dal giovane Matteo Bisol sita sull’isola di Mazzorbo, autentica perla dell’arcipelago della Venezia nativa, ennesima dimostrazione di quanto i Bisol siano attenti al territorio che li circonda. Come conferma anche l’attenzione per un altro terroir straordinario, quello dei Colli Euganei, caratterizzato da terreni vulcanici che lo rendono unico,  dove la famiglia Bisol sostiene la cantina Maeli di Elisa Dilavanzo.

“Il territorio è tutto – sottolinea Gianluca Bisol – è il cerchio che racchiude la nostra essenza. Per questo gli dobbiamo il massimo rispetto ed è per questo che noi Bisol stiamo investendo denaro e risorse con progetti come “Residuo 0” e altri, innovativi e fondamentali per un discorso di sostenibilità che, a nostro parere, deve ormai essere visto come un must da tutto il mondo vitivinicolo. Il futuro passa da qui e noi, con 500 anni di storia alle spalle, siamo ben attenti al futuro”.