Un incontro molto interessante proposto e ideato da Ian D’Agata Direttore Scientifico Vinitaly International Academy, a Verona in occasione di wine2wine, che ha messo a confronto il cambio generazionale nelle aziende vinicole, da madre in figlia.
Abbiamo conosciuto storie bellissime grazie a questo dibattito, ma soprattutto il bellissimo rapporto tra madri e figlie che, non solo rendono onore, ma addirittura con le loro idee innovative possono incrementare la fortuna dell’azienda, perché la donna parla con il cuore, ha sentimenti diversi rispetto all’uomo.
Dopo il saluto della presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, Elena Martusciello, ha preso la parola Ian D’Agata che ha moderato con garbo e simpatia, svelando doti umoristiche sconosciute ai più, che ha presentato le sei coppie di madri e figlie, ovviamente tutte appartenenti all’Associazione Nazionale Le Donne del Vino: Maria Cristina e Maria Teresa Ascheri, Pia Donata e Tilly Berlucchi, Antonella e Diana D’Isanto, Elisabetta ed Emanuela Donati, Cristina e Sara Garetto, Elena e Karoline Walch, che hanno raccontato il forte legame che esiste tra loro, non solo nella vita privata ma nel collaborare per fare il vino, nuove sperimentazioni e via dicendo…
Spesso sono state fatte scelte coraggiose da parte delle madri costrette o dalla necessità a lasciare la propria occupazione o perché sollecitate dal marito a buttarsi nella avventura di produrre vino, partendo magari da zero, madri che sono però riuscite a far crescere le figlie con la consapevolezza di continuare sulla stessa strada. Alcune di loro hanno raccontato delle grosse difficoltà che hanno incontrato ereditando l’azienda di famiglia, degli errori, delle fatiche che hanno coraggiosamente affrontato e superato, trasmettendo poi tutto questo alle figlie. Altre storie divertenti legate a scelte obbligate in quanto aziende ereditate da nonne o bisnonne, che sono riuscite a mantenere salde negli anni l’azienda. Mamme definite dei “generali”, d’altra parte se non fosse stato così, sul palco non ci sarebbe stato questo confronto. Alcune di queste figlie sono approdate in azienda, dopo lunghi studi, a raccogliere e a far fruttare questa preziosa eredità, individuando il ruolo che più sentivano loro, facendo tesoro ovviamente degli insegnamenti materni. Spesso “il generale” non riesce a dire brava alla figlia, ma se qualche volta avvenisse non guasterebbe, anzi, hanno raccontato sorridendo le ragazze.
Il tutto si è svolto in un clima molto bello. Ian D’Agata ha avuto parole di elogio per ogni coppia ed ha concluso che il risultato dell’azienda dipende spesso dalla collaborazione di due personalità e generazioni diverse come infatti è emerso. E’ intervenuta per un saluto Stevie Kim, General Director Vinitaly International, Socia Onoraria dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, la quale ha fatto a madri e figlie un grande augurio per il lavoro svolto fino ad ora, augurando loro successi ancora più grandi perché oggi le donne sono quelle che hanno molto peso nel mondo del vino e all’estero in particolare.