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Provano a ripartire i listini agricoli ad agosto

DiRedazione

Set 19, 2016

Nonostante una mini ripresa ad agosto, la tendenza dei prezzi agricoli all’origine rimane deflativa.  È quanto emerge dall’ analisi dell’Indice dei prezzi agricoli Ismea, che si carrelloè attestato nel mese in esame a 109,5 (base 2010=100), registrando un aumento su base mensile del 2,8% e un calo su base annua del 3,2%.

Osservando l’indice core, indicatore che coglie la tendenza di fondo dei listini epurandola dalle componenti più stagionali, si rileva una flessione annua ancor più marcata (-8,7% su agosto 2015), con il valore dell’indicatore sostanzialmente in linea a quello minimo espresso nel mese di luglio scorso (+0,3% la variazione congiunturale). Già nei mesi di maggio e giugno, sottolinea l’Ismea, l’indicatore aveva evidenziato in maniera chiara il prosieguo della tendenza deflativa, con variazioni negative su base annua rispettivamente del 7% e 6%: tale dinamica si è accentuata nei mesi di luglio e agosto di riflesso al deprezzamento di frumento, olio d’oliva, latte e avicoli.

Nello stesso mese, i prezzi dei prodotti alimentari (alcolici inclusi) rilevati dall’Istat sono cresciuti dello 0,8% su base annua, grazie alla spinta degli alimentari non lavorati (2,4%), evidenziando un andamento in controtendenza rispetto alla dinamica generale dei prezzi (-0,1%).

Ritornando al settore primario, la tendenza al ribasso è risultata più marcata per i prodotti della zootecnia (- 4,9%), e meno accentuata per il comparto vegetale (-1,3%).

Tra le coltivazioni, si continuano a registrare forti cali nelle quotazioni dei cereali (-19,1% su agosto 2015), per effetto del crollo del prezzo del frumento duro (-42,6%) e tenero (-16,1%), e del riso (-18,7): il mais è l’unico cereale a distinguersi per una crescita tendenziale del prezzo (10,2%). Risultano in flessione, sempre su base annua, anche i listini degli olii e grassi vegetali (-28,3%), con l’extra vergine d’oliva che ha ceduto 32,9 punti percentuali.

Positivo, al contrario, il confronto annuo per le colture industriali (+8%), per gli ortaggi e frutta fresca, che segnano rispettivamente una crescita del 6,3% e del 13,9%. In particolare, si segnala il prezzo dei limoni, che risulta triplicato rispetto all’anno precedente, e il calo nei prezzi della frutta a guscio, ad eccezione dei pistacchi.

L’analisi congiunturale indica invece un recupero del 4,1% rispetto a luglio, per effetto degli incrementi dei listini frutticoli e orticoli (+4,8% e +10,7%), controbilanciati dalla flessione dei vini (-1,9%), dei cereali (-3,2%), della soia e altre oleaginose (-6,8%).

Per il comparto zootecnico, a fronte di una tendenza annua negativa (-4,9%), si rileva un dato congiunturale lievemente positivo (1,1% rispetto a luglio). La flessione tendenziale è sintesi dei segni meno registrati dal bestiame vivo (-2,5%, per effetto del calo dei prezzi dei volatili mitigato dai rincari per i suini) dal latte e derivati (-5,9% con ribassi per latte, formaggi molli e semiduri e recuperi  del burro) e dalle uova, che segnano un meno 23% rispetto a agosto 2015.

Tuttavia, con il dato di agosto la variazione acquisita dei prezzi agricoliper l’intero 2016 migliora: il confronto con il dato medio del 2015 passa dal -8,1% registrato nel mese di luglio al -7,1% di agosto.

Resta stabile sui valori negativi di luglio la variazione acquisita calcolata per l’Indice “core”, pari al -7,4%.