Irrigazione mirata, sfogliature intelligenti e adeguato rapporto tra grappoli e parete fogliare: ecco come si risponde al cambiamento climatico. Sono dunque questi i due principali rimedi per contrastare gli estremi climatici, illustrati nel corso del convegno “Sollecitazioni climatiche e gestione del vigneto”, recentemente svoltosi nell’ambito della manifestazione “Montagnanese in fiere”, la rassegna del mondo agricolo e artigianale di Montagnana.

All’interno della Sala Veneziana del Castello di Montagnana, Luigino De Togni, presidente del Consorzio di Tutela dei Vini Merlara doc, ha tracciato un bilancio della vendemmia, ripercorrendo un’annata, la 2017, che si è contraddistinta per le numerose avversità climatiche: le gelate in primavera, poi la siccità e le alte temperature di agosto, infine le piogge in fase di vendemmia.

Anche Diego Tomasi, direttore del CREA di Conegliano, ha ribadito come dal germogliamento alla caduta delle foglie, i viticoltori sono chiamati direttamente in causa per “domare” eventi estremi. «La gestione corretta della parete fogliare – ha ribadito Tommasi – risulta strategica anche in chiave di efficacia degli interventi fitosanitari. Interventi di verifica, prima della fioritura e non dopo, consentono inoltre di ottimizzare i risultati e di prevenire gli effetti da scottature che sono molto evidenti nelle varietà più sensibili».

Giancarlo Lechthaler di Collis Veneto Wine Group ha invece delineato come «questo 2017 ha consegnato alle cantine una tra le vendemmie più scarse sia per quanto riguarda il Veneto che più in generale l’Italia e l’estero. Occorre quindi gestire al meglio questa particolare situazione che può vedere nel breve periodo anche un ritocco dei prezzi. Il Prosecco è oggi un fenomeno mondiale che poggia su fondamenta fragili che vanno assolutamente consolidate, mentre per il Pinot Grigio la tenuta sul prezzo sembra oggi merito soprattutto della straordinaria contingenza stagionale».

Il presidente di Collis Veneto Wine Group Piero Zambon, ha quindi concluso l’intervento sottolineando come la forte crescita delle superfici vitate, passate in questo areale da 400 a 700 ettari in pochi anni, sia da ascrivere al valore della cooperazione. «Oggi – ha concluso Zambon – Collis è uno dei più grandi gruppi italiani nel settore vinicolo ed ha ancora grandi possibilità di crescere, forte di tanti valori territoriali, ma molto dipende dallo spirito cooperativistico di tutti i soci che devono credere nel valore della cooperazione sempre e soprattutto in annate con caratteristiche particolari come è stato il 2017».

La DOC Merlara nasce nel 2000. Negli ultimi anni la superficie viticola dei soci è sensibilmente aumentata con un ritmo tra i più alti del Veneto grazie alle continue richieste di ristrutturazione e di nuovi impianti, mentre negli ultimi 15 anni (fonte Avepa) la superficie vitata è passata dai 250 ettari agli attuali 628.
Sedici le varietà coltivate: tra queste Marzemino e Malvasia si confermano i vitigni storici. In parallelo crescono gli ettari coltivati a Glera, che salgono oggi a 247, e quelli coltivati a Pinot Grigio, attualmente 157. Sono nove i comuni che appartengono alla zona di produzione: tra questi spicca il comune di Merlara che detiene oggi 258 ettari, mentre in provincia di Verona si distingue Terrazzo con 84 ettari.

Di Redazione

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