Il Paesaggio toscano e le sue eccellenze, raccontate attraverso un affascinante viaggio fatto di emozioni, ricordi, percezioni sensoriali. Questi i temi affrontati stamattina ad Arezzo in occasione della Giornata Nazionale AIS della cultura del vino e dell’olio, la manifestazione promossa da AIS Nazionale e insignita dal Presidente Giorgio Napolitano della medaglia di rappresentanza per l’alto valore divulgativo che la caratterizza.
“La grande tradizione enologica e olearia della nostra regione – ha premesso il Presidente di AIS Toscana Osvaldo Baroncelli – è per forza di cose legata alla conformazione morfologica del territorio, al clima e alla posizione. La dolcezza delle colline piuttosto che la spigolosità di un paesaggio montano, l’umidità e la ventilazione di una regione esposta sul mare piuttosto che l’aridità di un territorio povero di corsi d’acqua o con difficoltà nell’approvvigionamento idrico sono indubbiamente fattori paesaggistici in grado di influenzare la qualità di un vino o dell’olio e – ha aggiunto – in un momento in cui il clima sta subendo cambiamenti importanti che indirettamente si ripercuotono sulla morfologia del paesaggio, credo che tenere alta l’attenzione sulla sua importanza sia una necessità vera e propria più che una scelta”.
Al saluto del Presidente di AIS Toscana Osvaldo Baroncelli hanno fatto seguito quelli istituzionali del Presidente della Provincia di Arezzo Roberto Vasai e dell’Assessore alle Attività Produttive Paola Maglianensi, i quali hanno ringraziato AIS per una collaborazione che dura da molti anni, sottolineando l’importanza della promozione di vino e olio per il territorio aretino.
Ha il sapore di una poesia bucolica l’intervento del Prof. Antonio Calò, Presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, che parlando di Paesaggio viticolo come indice della qualità dei prodotti, lo definisce così: “una percezione che si estende alla mente, alla cultura, alle sensazioni, fino alla sacralità dei sentimenti. Mille situazioni, fino dal passato più remoto, mettono in chiaro questo legame assoluto ed imprescindibile tra zona di produzione e vino, in cui il Paesaggio viticolo non è statico, ma viene scandito dalle evoluzioni tecniche e dalle modalità di coltivazione. C’è un legame in più in tutto questo: quello che mette insieme bellezza ed ordine del Paesaggio e qualità delle produzioni. Sempre più vini di qualità infatti – continua Calò – sono stati prodotti in paesaggi affascinanti ed ordinati, mentre il decadimento delle produzioni si è spesso accompagnato a disordine e “trascuratezza”.
Dal Presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, la parola è poi passata a Simone Fabbri, Manager Marchesi de’ Frescobaldi, il quale discorrendo su “I valori della nostra storia come chiave per spiegare la cultura che pervade i vini di oggi” ha precisato che “la coltivazione della Vite dell’Olivo e del Cipresso sono i 3 elementi più importanti del paesaggio toscano. Pochi si ricordano che questi 3 elementi non esistevano nella Toscana delle origini e che il lavoro degli uomini dal basso medio evo in avanti ha creato quella bellezza del paesaggio che oggi da tutto il mondo vengono ad ammirare. Allo stesso tempo – aggiunge Fabbri – la comprensione di come vanno condotte le fermentazioni per far emergere nel vino i profumi potenziali dell’uva ha arricchito il territorio di sensazioni aromatiche che in passato “sfuggivano”. Ripartire dalla storia delle nostre famiglie è quello che i consumatori moderni di prodotti agricoli ci chiedono: perfino gli italiani desiderano sentire rievocare la nostra storia per capire i vini delle singole aziende. Questa è la via che proponiamo per una rinnovata comunicazione che affianchi la cultura dietro a ciascun vino alla sempre preziosa scheda tecnica”.
Sull’olivo e in particolare sull’olio si è soffermato poi Fausto Borella, Presidente dell’Accademia Maestrod’olio, il quale -riprendendo una notizia di qualche settimana fa uscita sul New York Times – ha sottolineato come l’Italia e soprattutto la Toscana rappresenti una eccellenza nella produzione di oli extravergine di assoluta qualità e quanto sia importante difendere questa integrità: “Ovviamente anche in Italia, come soprattutto in Toscana, esiste un olio di altissima qualità rispetto a un olio imbottigliato ed etichettato nella nostra regione ma che poco, anzi pochissimo, ha a che fare con gli eccellenti profumi e aromi del nostro territorio. Al Sommelier chiediamo, in qualità di ambasciatore e perfetto comunicatore di questo mondo, di educare – se necessario “alzando la voce” – qualsiasi consumatore, dalla casalinga al ristoratore, per far comprendere quale sia il vero olio extravergine di qualità da abbinare all’infinita gamma di pietanze della tradizione italiana e toscana.”
L’incontro, organizzato da AIS Toscana – quest’anno con la collaborazione della delegazione di Arezzo guidata da Massimo Rossi – si è svolto alla presenza, tra gli altri, di una rappresentanza di alunni di due istituti alberghieri del territorio – l’Istituto Professionale Statale Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera “Camaiti” di Caprese Michelangelo e l’Istituto Statale di Istruzione Superiore Servizi Alberghieri e della Ristorazione “Vasari” di Figline Valdarno – e si è concluso con una degustazione di vini e prodotti tipici del territorio aretino.