• Gio. Nov 21st, 2024

La Vite ad Alberello di Pantelleria è Patrimonio dell’Unesco

DiRedazione

Nov 28, 2014

L’Assemblea generale dell’UNESCO ha iscritto la pratica agricola della Vite ad Alberello di Pantelleria tra i Beni immateriali dell’umanità. Per la prima volta l’Alto organismo internazionale ha attribuito questo riconoscimento ad una pratica agricola, riconoscendone il valore storico-culturale oltre che identitario. La coltivazione della vite sull’isola ha, infatti, modellato nel tempo il paesaggio, image003realizzando uno dei contesti agricoli più suggestivi al mondo. Al centro di questo scenario la vite e il particolare sistema di allevamento, quello ad alberello. La sua forma di coltivazione è il risultato straordinario di un’agricoltura che, assecondando la natura, ha saputo realizzare un primato d’eccellenza viticola, studiata ed ammirata in tutto il mondo. Il sistema di allevamento ad alberello basso, in conca, con uno sviluppo vegeto produttivo rasente i terreni, costituisce un unicum che va difeso, tutelato e rilanciato.

La delegazione italiana presente all’Unesco era guidata dal rappresentante italiano permanente dr.ssa Vincenza Lo Monaco, dal prof Pier Luigi Petrillo – Responsabile Ufficio Unesco del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dal Sindaco di Pantelleria Salvatore Gabriele e dal Commissario straordinario dell’IRVO della Regione Siciliana Antonino Di Giacomo. Per l’Assessorato regionale all’Agricoltura della Regione Siciliana erano presenti Dario Cartabellotta, Responsabile Unico della Regione Siciliana per il Cluster Bio- Mediterraneo di Expo Milano 2015, e Antonino Parrinello, capo di gabinetto dell’ Assessoreato dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana.
La vigna a Pantelleria può contare solo sulle braccia dell’uomo, non ci sono macchine che possano sostituire il contadino e la sua sensibilità produttiva. Sui terrazzamenti , spesso con pendenze estreme, la vite viene allevata al di sotto del livello del suolo, in una larga conca per riparare la pianta e i frutti dai venti di scirocco e di greco levante che spirano assai frequentemente e con violenza sull’isola. Questa pratica è utile anche ad equilibrare lo sviluppo della parte aerea rispetto a quella radicale, in modo tale che la mano dell’uomo possa facilmente intervenire sulle vite, durante tutto il suo sviluppo vegeto-produttivo. Proprio per questo a Pantelleria si parla di viticoltura eroica: le lavorazioni, infatti, durante tutto l’anno richiedono un monte ore di lavoro, per unità impiegata, che supera di almeno tre volte quelle necessarie alla coltivazione di un normale vigneto sulla terra ferma.