Le linee guida per una difesa integrata, adottate anche quest’anno dal Consorzio di
La viticoltura del Conegliano Valdobbiadene è sempre più green
Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, si sono fatte ancor più restrittive in virtù di un percorso volto ad accrescere il valore sostenibile all’interno del territorio Conegliano Valdobbiadene. Un progetto quello del Protocollo Viticolo iniziato nel 2011, anticipando i tempi di attuazione del complesso impianto normativo europeo e nazionale riferito all’uso degli agrofarmaci a titolo professionale.
“A seguito di alcuni aggiornamenti normativi – dichiara Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG – il documento dell’edizione 2016 contiene una serie di novità, determinate sia da nuove collaborazioni scientifiche, sia dall’ulteriore riduzione dei prodotti da utilizzare in vigneto escludendo quelli con frasi di rischio permanenti verso l’uomo.”
Alla storica collaborazione con l’ente CREA di Conegliano, si affianca quest’anno quella con Arpav, in particolare con la direzione regionale del servizio meteorologico di Teolo. Con questo ente è partita una significativa collaborazione che ha permesso di meglio qualificare i rischi connessi all’utilizzo dei fitofarmaci, evidenziati nel Protocollo Viticolo in una tabella creata appositamente.
“Da parte dell’Arpav è stato fornito un supporto tecnico operativo per la valutazione dell’impatto delle sostanze impiegate in viticultura finalizzata alla protezione/salvaguardia della salute umana utilizzando parametri ecotossicologici delle sostanze stesse con la possibilità di scegliere quindi quelle a minor impatto” – dichiara Susanna Lessi, referente per i fitosanitari di ARPAV. “Il nostro lavoro consiste nella classificazione e monitoraggio costante delle sostanze attive nell’agricoltura con l’applicazione di questa metodica nel territorio di Conegliano Valdobbiadene in collaborazione con Il Consorzio. Ci siamo basati sullo studio effettuato da ARPA Toscana, l’abbiamo riportato in Veneto con una classificazione ad hoc semplificata per l’utilizzo da parte dei produttori. Le sostanze verranno costantemente riviste da Arpav in funzione delle nuove tecnologie e strumenti di analisi a disposizione.” –continua la dottoressa Lessi che conclude “Il lavoro di ruotine di controllo della vendita dei prodotti fitosanitari ha inoltre messo in evidenza la sensibile riduzione dell’utilizzo di alcune sostanze attive, in particolare il Mancozeb, esclusa dal Protocollo Viticolo da alcuni anni”.
Le novità di carattere tecnico sono, invece, frutto di valutazioni interne alla commissione che redige il Protocollo Viticolo. Fra i principali aggiornamenti di certo va citata l’esclusione di tutte le formulazioni contenenti, oltre ai già noti prodotti a base di Mancozeb, Folpet, Dithianon, Proquinazid, Mepanipirym, Valifenalate ed Amisulbron, anche quelli in cui siano presenti in qualsiasi concentrazione Tebuconazolo, Miclobutanil, Ciproconazolo, Penconazolo, Flauzinam, Etofenprox, Fluopyram. Tale scelta è dettata da una classificazione tossicologica ritenuta impattante per la salute umana e per l’ambiente.
Il documento è stato completato quest’anno anche con le schede agronomiche sulla gestione del suolo, sul diserbo e non diserbo, sulla gestione della chioma e sulla concimazione minerale della vite. A riprova di ciò, il Consorzio, con l’inizio della primavera, terminerà il corso di potatura iniziato questo inverno con l’ultimo modulo riguardante la gestione in verde, in particolare la tecnica di scacchiatura dei germogli per portare in equilibrio la pianta ed il vigneto in generale.
Il Protocollo Viticolo è sempre più apprezzato e consolidato tra le amministrazioni comunali, le quali ritengono ancor più opportuno adottare questo strumento nell’anno in cui questo territorio è stato scelto come Città Europea del Vino 2016.
Il Presidente Innocente Nardi conclude “Siamo orgogliosi che il nostro impegno nel fornire le linee guida per una pratica integrata della gestione sostenibile della viticultura attraverso il Protocollo Viticolo sia ormai condiviso e supportato dalla comunità locale, intesa in enti, organizzazioni e associazioni nonché dai Sindaci dei Comuni coinvolti. Stiamo lavorando come una vera squadra verso l’obiettivo comune del riconoscimento di Conegliano Valdobbiadene come Patrimonio UNESCO”.