Come ha spiegato Riccardo Cotarella, “il traguardo della viticoltura di precisione è quello di conoscere lo stato, la salute, il vigore e le necessità fisiologiche delle viti appartenenti a differenti zone del vigneto, mediante precise coordinate geografiche, ossia la georeferenziazione, per meglio adeguare in maniera puntuale e mirata rispetto alle esigenze le tecniche colturali e di intervento, in modo che siano gli strumenti informatici ad aiutare a gestire in maniera ampiamente automatizzata un enorme numero di piante. Insomma, ad ogni pianta è possibile dare il sostegno e la coltura e fare gli interventi mirati alle singole esigenze e a quelle del terreno su cui la vite si sviluppa, senza sprechi e senza ridondanze, sempre comunque pericolose”.
In sostanza la viticoltura di precisione consente la gestione informatizzata del più alto numero di informazioni possibili riguardanti non tanto un appezzamento quanto di sue porzioni, che possono essere anche molto piccole, a seconda delle necessità che ci si è proposti di indagare, sino a giungere alla singola vite. Lo stesso Cotarella ha inoltre messo in evidenza che “si tratta di interventi che vengono apprezzati nella viticoltura, soprattutto quella collinare, in quanto di frequente all’interno del medesimo vigneto si ritrovino aree contraddistinte da differenti composizione e struttura del terreno, dalla presenza di umidità, da diversa illuminazione e microclima. A queste diversità la coltura di precisione risponde mettendo in evidenza differenti stati di espressione fisiologica. Una precisione che può consentire scelte vendemmiali in un vigneto oppure in un grande comprensorio, come per esempio per i soci di una cantina sociale ove la programmazione della vendemmia è sempre un annoso problema di difficile soluzione”.
Di questi temi ne discuteranno Fernanda Cecchini, Assessore all’Agricoltura regione Umbria;Alessandro Masnaghetti, autore della “Mappa del Territorio dell’Orvieto Doc”; il prof.Riccardo Valentini, docente e ricercatore di Ecologia; il prof. Attilio Scienza, docente, ricercatore e autorità in materia di viticoltura a livello internazionale, il prof. Fabio Mencarelli; con le conclusioni del convegno tratte da Riccardo Cotarella, coordinatore del Comitato Scientifico “Orvieto diVino”. La prima parte delle giornata, si concluderà alle ore 12:15 con la degustazione dei vini Consorzio Vino Orvieto. Nel pomeriggio, alle ore 15:00, i lavori riprenderanno con l’analisi dei vantaggi e delle problematiche applicative della “Dematerializzazione dei Registri Vinicoli”.
Dal 1° Gennaio scorso, in base al decreto N.293 del 20/03/2015, è infatti entrato in vigore l’obbligo di invio telematico al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali dei dati relativi alla gestione dei registri per quanto riguarda il settore vitivinicolo. Questo significa che determinati operatori saranno obbligati alla tenuta del registro e alla conseguente dematerializzazione dei registri vino, ossia dovranno sottostare all’obbligo di trasmissione in modalità telematica di tutti i registri relativi alle cantine che al momento vengono compilati su carta. La fase sperimentale finirà il 31 dicembre prossimo e, quindi, a partire dal 1° gennaio 2017 sarà obbligatorio tenere esclusivamente il registro telematico. Ad affrontare il tema sarà Emilio Ravotti, di Erinformatica. I lavori dell’intera giornata di utile analisi tecnico-imprenditoriale saranno moderati da Patrizia Marin, responsabile comunicazione del Consorzio Vino Orvieto.
È quindi ben evidente che la giornata di studi e approfondimenti promossa da “Orvieto diVino” costituisce una importante opportunità per i vitivinicoltori orvietani e i loro collaboratori per acquisire quegli elementi informativi sulle nuove frontiere che si stanno già delineando in vigna e in cantina, e la cui conoscenza costituisce un quid aggiuntivo per meglio affrontare la competizione qualitativa e gestionale dell’impresa vitivinicola, sempre più agguerrita.