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Il Soave racconta il “suo” paesaggio rurale

DiRedazione

Nov 13, 2017

Oggi a Venezia il Consorzio Soave sarà tra i protagonisti del workshop organizzato dal Ministero delle politiche agricole e forestali, dal titolo “L’esperienza dell’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale.

Con un intervento dal titolo “Le colline vitate del Soave, primo paesaggio rurale di interesse storico” il Consorzio di tutela sarà quindi chiamato ad illustrare il percorso di studio e ricerca seguito da anni che ha permesso l’ingresso nel Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico a questo comprensorio produttivo.
L’Osservatorio Nazionale del Paesaggio oltre a censire i paesaggi, le pratiche agricole e le conoscenze tradizionali ritenute di particolare valore, promuove le attività di ricerca che approfondiscono i valori connessi con il paesaggio rurale, la sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianificazione, anche al fine di preservare la diversità bio-culturale. Elabora inoltre i principi generali e le linee guida per la tutela e valorizzazione del paesaggio rurale con particolare riferimento agli interventi previsti dalla politica agricola comune.

«Siamo lieti di condividere in questa sede il percorso di ricerca che ha portato la nostra denominazione ad essere inserita per prima nel registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico – sottolinea Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di tutela. Il Consorzio, con la collaborazione di Viviana Ferrario, docente allo IUAV di Venezia, è stato protagonista assoluto in questo percorso a partire dal 2006 quando, con la pubblicazione del volume “Un paesaggio Soave” ha di fatto aperto una riflessione a livello nazionale sul tema del paesaggio storico e della sua tutela. Questo riconoscimento – prosegue Lorenzoni –  oltre che sottolineare una valenza ambientale storicizzata ed immutabile, pone le basi per un nuovo approccio soprattutto da parte del legislatore per una ridefinizione degli strumenti di sostegno per la viticoltura in areali tanto particolari ed estremi. L’auspicio è che nell’immediato futuro si possano mettere a diposizione dei viticoltori di collina opportunità di finanziamento specifiche per questi territori».

Nel corso dell’intervento verranno trattati anche gli sviluppi futuri che tale riconoscimento ha generato, in primis la corsa del Soave a candidarsi quale sito GIAHS, il programma avviato dalla FAO nel 2002 e sottoscritto dall’Italia nel 2016, con l’obbiettivo di individuare e valorizzare i territori ricchi di biodiversità dove l’agricoltura sostenibile produce tipicità che raccontano il saper fare italiano.